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Etichettatura dei formaggi: le differenze che non conosci

Prima di iniziare mi fa piacere tu sia qui. Vuol dire che ti sei reso conto di volere qualcosa di più. Di non volerti limitare a “mangiare”, ma godere di un’ esperienza frutto di una profonda consapevolezza.

In questo articolo non troverai consigli per l’acquisto, non è mio obiettivo quello di invogliarti a comprare. Lo scopo è quello di renderti informato su tutte quelle cose che possono esserti oscure o scontate.

Perché per noi italiani il cibo è qualcosa di unico. Siamo ben noti per questo nel resto del mondo così come lo siamo per la qualità delle nostre materie prime. I grandi chef e i grandi intenditori sanno come e dove reperirle, ma noi persone comuni?

Sei sicuro della provenienza e della qualità di ciò che metti in tavola?

Sei sicuro della provenienza del latte?

La legge, ad oggi, impone l’uso di etichette indicative. Ma sono ancora estremamente generiche. Molti dei formaggi che vengono maggiormente commercializzati dalle grandi catene seguono in realtà un iter di produzione legale, ma non completamente veritiero. Ti spiego meglio.

Il latte prodotto da una fattoria e utilizzato in loco ha una provenienza certa, una lavorazione artigianale e fortemente legata alla tradizione e al territorio, che spesso si traduce in formaggi a latte crudo che come ben sai mantengono inalterate tutte le proprietà. Questo procedimento, però, ha dei costi e dei limiti per quanto riguarda la vendita e produzione massificata: nessuna fattoria può avere tanto latte (e formaggi) da rispondere alla richiesta di tutti i supermercati nazionali. Ecco quindi che le latterie comprano la materia prima da allevamenti industriali, a costo inferiore. Successivamente il latte sarà sterilizzato o pastorizzato, per permetterne il trasporto, e lavorato in un luogo e momento diversi seguendo le esigenze e standard commerciali.

Troverai entrambi riportanti la dicitura “origine del latte italia” al 100%, ma nella seconda tipologia di prodotto la provenienza sarà mista e il risultato non avrà spesso alcun tipo di legame reale con il territorio e prodotto d’origine. La differenza è evidente.

Per fare un paragone con una realtà non troppo distante dalla nostra, in Francia questa distinzione sulle etichette è obbligatoria già da parecchi anni e prevede le due diciture: latte di fattoria o latteria. Non solo questa scelta favorisce le aziende, che possono catalogare i propri prodotti differenziandosi dalla concorrenza partendo da basi certe riguardo la differente qualità, ma permette alle persone di avvicinarsi a prodotti di alto livello senza pericolo di essere in alcun modo raggirati.

Quando possibile, bisogna sempre richiedere o assicurarsi la provenienza originale del latte e non solo il luogo di lavorazione. Portare questa consapevolezza sulla tavola attraverso un conscio acquisto è il primo passo per godere al meglio di quei prodotti unici per i quali siamo noti all’estero e che troppo spesso vengono oscurati dai processi di vendita massificata. E c’è molto altro di cui dobbiamo ancora parlare!

 

 

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Un commento

  1. GIANNI GRANDO

    grazie per queste informazioni , da oggi leggerò con più attenzione l’etichette sui formaggi prima di comperarli

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